C’è chi può lasciare il lavoro a 57 anni, con dieci anni di anticipo rispetto la pensione di vecchiaia ma deve farlo subito, tutto potrebbe cambiare.
Al momento è ancora possibile per alcuni lavoratori il pensionamento a 57 anni di età. Vediamo chi può sfruttare questo scivolo e quali sono le condizioni.
Nelle ultime settimane circolano voci sulla Riforma delle Pensioni che probabilmente verrà attuata nel 2025. Nei piani del Governo ci sono cambiamenti volti a salvaguardare il sistema previdenziale italiano, sotto pressione a causa dell’invecchiamento della popolazione e del calo demografico. L’idea è di ridurre le possibilità di pensionamento anticipato o quantomeno di “peggiorare” le condizioni di accesso per convincere i lavoratori a rimanere a lavoro.
Le ipotesi più accreditate sono la cancellazione delle Quote, la proroga solo dell’APE Sociale e la creazione di un piano pensionistico con range di età compreso tra 64 e 72 anni. Naturalmente il tutto associato ad un taglio dell’assegno per chi esce dal mondo del lavoro prima dei 67 anni e premi per chi vi rimane anche oltre questa età. La domanda è se sarà ancora possibile approfittare dell’opportunità di pensionamento con dieci anni di anticipo nel 2025. Il suggerimento è, se possibile, approfittarne prima che sia troppo tardi.
Conosciamo la RITA, strumento per anticipare la pensione di 10 anni
Si chiama Rendita Integrativa Temporanea Anticipata e permette di anticipare il pensionamento fino a 10 anni senza passare dalla previdenza obbligatoria. Potrebbe essere la soluzione più adatta per tanti lavoratori come alternativa alla previdenza integrativa che secondo uno studio non è poi così vantaggiosa. Alcuni docenti dell’Università della Sapienza sono arrivati alla conclusione che chi versa nella previdenza integrativa farebbe bene a chiedere la liquidazione di quanto corrisposto il prima possibile tramite la RITA.
La Rendita è rivolta ai lavoratori a cui mancano 5 anni all’età del pensionamento ossia hanno compiuto 62 anni. Chi è disoccupato da più di 24 mesi, però, può arrivare addirittura a dieci anni di anticipo, dunque a 57 anni. Condizione necessaria per chiedere la RITA è avere cinque anni minimo di iscrizione al Fondo e 20 anni di contributi versati alla previdenza obbligatoria.
Pochi lavoratori conoscono questa opportunità e invece dovrebbero sfruttarla subito perché con la prossima Legge di Bilancio la RITA potrebbe subire delle modifiche. Il consiglio dei docenti de La Sapienza, dunque, è rivolto a chi ha sottoscritto un Piano Individuale Pensionistico o un piano di accumulo ad un Fondo complementare e consiste nel richiedere subito l’anticipo della rendita maturata per accompagnare la pensione previdenziale obbligatoria.