Latte e formaggi, in queste condizioni non sono da consumare: sindrome fatale dopo averli mangiati

Quando latte e formaggi possono rappresentare un rischio per la salute: in certe condizioni non devono essere consumati, possono produrre sindromi mortali.

Buoni e nutrienti, latte e formaggi non sono però esenti da pericoli e bisogna prestare molta attenzione a non mangiarli in determinate condizioni. Possono rivelarsi molto rischiosi e produrre sindromi con una possibile evoluzione fatale.

rischi provenienti da latte e formaggi
Latte e formaggi a rischio a certe condizioni – ilciriaco.it

Il rischio riguarda alcuni tipi di formaggi e di latte. Il riferimento è a quelli di malga e a tipi di formaggi freschi e semi freschi realizzati con latte crudo. I consumatori possono incorrere in infezioni con gravi complicanze. Le cronache periodicamente informano di casi in cui il consumo di prodotti derivati da latte crudo ha causato problemi molto seri e talvolta ha portato alla morte.

La pastorizzazione del latte è importante perché garantisce la conservazione della flora microbica autoctona dello stesso. Questo avviene attraverso un trattamento termico di risanamento che quindi abbatte tutti i pericoli. In mancanza di questi procedimenti, il latte crudo fa correre il rischio del cosiddetto pericolo STEC.

Latte crudo e pericolo mortale: a cosa stare attenti

Il pericolo risiede nella contaminazione con il patogeno STEC ( Shiga toxin- producing Escherichia coli). Formaggi prodotti con latte vaccino crudo possono produrre una sindrome emolitico-uremica. Questa si manifesta con diarrea ed è possibile che insorgano delle complicazioni con la contaminazione congiunta anche di altri batteri come il Listerya monocytogenes o infezione virale di Norovirus.

pericolo di contaminazioni batteriche con il latte crudo
I pericoli del latte crudo e non pastorizzato – ilciriaco.it

In questi casi, dalle forme più semplici di intossicazione alimentare si passa alla formazione di lesioni vascolari in diversi organi come intestino, reni, tessuto cerebrale. Può verificarsi colite emorragica, insufficienza renale e lesioni neurologiche. 

Bovini, pecore e capre spesso ospitano i batteri STEC senza subire l’effetto patogeno, ma il loro latte inevitabilmente lo trasmette. Anche in fase di mungitura può avvenire la contaminazione con il contatto con le feci dell’animale o per l’uso di recipienti e attrezzature non sanificate.

Le condizioni di rischio sono quindi quando il latte crudo non viene bollito prima del consumo, quando non è pastorizzato o sterilizzato. Ovviamente questo riguarda anche i formaggi se non sono prodotti con latte pastorizzato, se sono freschi o semi-freschi.

Nessun problema invece con i formaggi a pasta dura, anche se prodotti da latte crudo. Il processo di stagionatura, che dura almeno 12 mesi, associata alla salagione, abbatte i batteri ostacolandone la sopravvivenza.

Gli operatori del settore caseario sono chiamati a vigilare e controllare attentamente la produzione e il ministero della Salute ha al vaglio l’introduzione di misure di sicurezza maggiori come il divieto di somministrazione di latte crudo ai bambini di età inferiore ai 6 anni e agli anziani.

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