Assente alla visita fiscale, cosa succede al lavoratore? La legge parla molto chiaro

I lavoratori in malattia devono essere reperibili per la visita fiscale. Cosa rischia chi non rispetta tale obbligo? Scopriamolo.

I dipendenti che sono costretti ad assentarsi dal lavoro a causa di problemi di salute possono percepire la cd. indennità di malattia. A tal fine, devono presentare un certificato medico ed essere reperibili in specifiche fasce orari, per consentire il corretto espletamento delle visite fiscali di controllo, richieste dal datore di lavoro oppure dall’INPS.

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Cosa succede se non si rispettano le fasce di reperibilità? Ilciriaco.it

Di recente, le fasce orarie di reperibilità dei lavoratori dipendenti privati e pubblici sono state equiparate e fissate dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19, tutti i giorni della settimana, inclusi i festivi. Prima, invece, i dipendenti pubblici dovevano essere reperibili dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, festivi compresi.

Assenza alla visita fiscale: quali sono le possibili conseguenze?

Le pene per assenza alla visita fiscale sono sia di carattere economico sia disciplinare. Le conseguenze dell’assenza alla visita variano in base a tali parametri:

  • si tratta della prima assenza oppure di un comportamento reiterato;
  • l’assenza viene o meno giustificata;
  • la data della visita rispetto alla prognosi;
  • le eventuali urgenze.

Quali sanzioni rischiano coloro che risultano assenti alla visita fiscale? Vediamo cosa stabilisce la normativa.

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Quali sono le sanzioni per assenza alla visita? (ilciriaco.it)

Il dipendente assente alla prima e unica visita perde il diritto all’erogazione dell’indennità di malattia per i primi 10 giorni. Se assente alla seconda visita, perde l’indennità per il tempo residuale dei primi 10 giorni di malattia e subisce un taglio del 50% dell’indennità per i giorni seguenti.

Dopo l’assenza alla terza visita, scatta l’interruzione dell’indennità dal giorno stesso, ma l’erogazione viene ripristinata se l’accertamento successivo conferma la prognosi risultante dal certificato medico.

Il dipendente che si assenta per giustificati motivi e non si sottopone alla visita ambulatoriale perde l’indennità per i primi 10 giorni di malattia. Se, invece, si assenta in maniera ingiustificata alla visita fiscale ma svolge la visita ambulatoriale, perde la prestazione per il periodo tra l’assenza e la visita.

Se viene accertata la prognosi, ma il lavoratore non è presente alla seconda visita fiscale, perde l’indennità dal giorno di assenza. Nel caso in cui la seconda visita sia successiva alla scadenza della prognosi, la prestazione si perde dal giorno seguente la scadenza. Inoltre, l‘assenza ingiustificata reiterata può anche essere giusta causa di licenziamento.

Alla luce di quanto analizzato, il dipendete può uscire durante le fasce di reperibilità ma solo per giustificati motivi, legati al proprio stato di salute (ad esempio, per andare a comprare un farmaco o per sottoporsi a una visita medica), debitamente documentabili e comunicati con preavviso al datore. Solo nelle ipotesi urgenti, come il ricovero, può mancare tale preavviso.

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